Enciclopedia d'Arte Italiana
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SEELIG Peter



Nato nel 1948 a Vienna, dove vive e lavora oggi.
Trascorre lunghi soggiorni a Pietrasanta, Como, Lugano, Parigi e Zurigo.
Dal 2005 effettua mostre in Italia, Francia e Austria.
Dal 2015 4handpaintigs con Elisabetta Meneghello a Como, un’interazione spontanea di composizione astratta e linee di ricerca, diverse prospettive che si sovrappongono in un processo in corso, distruggere e creare.
Dal 2019 l’artista risiede durante l’estate a Pietrasanta, Palazzo Visdomoni.
Dice l’artista: "La pittura è un’interazione, una festa con me stesso e il mondo che mi circonda, un’avventura di cui non conosco la fine. Si tratta di scoprire, trovare, cercare: un giorno intero o solo un momento. Una danza con l’ignoto, ispirata alla mitologia, alla letteratura, alla musica, al teatro, ai musei, alla fisica quantistica e alla cosmologia.
Il fondamento del mio lavoro risiede in innumerevoli "disegni ciechi", che catturano momenti e impressioni in pochi tratti."

Nell’opera di Peter Seelig è percepibile l’influenza più o meno conscia, del primo Pollock, il quale a sua volta era stato fortemente attratto dall’arte dei nativi americani. Peter e Jackson operano con modalità molto simili, anche se con alle spalle un background totalmente diverso. Seelig trae le proprie immagini direttamente dall’inconscio, così come i popoli primitivi le traevono dal “mondo panteista degli spiriti della Terra”. Nel suo lavoro si serve di un’estetica arcaica, divenuta parte integrante dell’opera, mostrando chiaramente di muoversi verso temi pittorici universali, il che significa esplorare un modello di linguaggio visuale in cui il tempo è assente.
Le sue opere sembrano riprendere una tradizione culturale molto antica, con percepibili riferimenti a cerimonie e miti ancestrali. Questa forma d’arte si avvicina in qualche modo a quella degli “stregoni” che operano in uno stato di estrema concentrazione simile a quello di trance. (…)
Apprezzo l’opera di Seelig sia sul piano formale sia su quello estetico in quanto si adatta bene alla mia visione della storia dell’arte intesa come una progressiva semplificazione delle forme, unita alla sparizione del contenuto “storico”. Vedo il lavoro di Peter, appartenente sicuramente alla postmodernità, come una delle migliori forme di pittura capaci di interpretare le ansie esistenziali della nostra epoca. Osservare Peter mente lavora in piedi di fronte ad uno dei suoi quadri composti da macchie di colore e forti linee connettive, mi porta inevitabilmente a pensare al conflitto tra l’uomo e la sua pittura. (…)
Doriam Battaglia

(…) Le ripetizioni possono essere un concetto come per Hanne Darboven. Con la tecnica „Loop“ la cultura della ripetizione ha conquistato il mondo della comunicazione mediale. Per quanto riguarda Peter Seelig la ripetizione si manifesta nell’apparente atto arcaico del disegno. È completamente integrata nella vita quotidiana. Il disegnare determina la vita quotidiana, la struttura e le dal ritmo. In media Seelig fa tre disegni al giorno. Il loro punto di partenza sono dei disegni alla cieca che nascono soprattutto durante degli spettacoli di danza. I disegni non sono solo fine a se stessi ma vengono inseriti quasi giornalmente sui social network dove entrano a far parte del flusso informativo e comunicativo globale.
Di solito sono associati ad un commento, un messaggio, un aggiornamento. Questo uso digitale secondario forma una componente non trascurabile di quello che Peter Seelig fa. Collega insieme le due sfere: quella di informatico con quella dell’artista. Inoltre è paradigmatica per l’attuale cultura della creatività. Qui le piattaforme dei social media agiscono come un amplificatore della produzione, in cui il mostrare, commentare e diffondere entrano in una simbiosi. L’enorme quantità di disegni è disponibile sul sito web sotto forma di archivio. Qui è possibile risalire fino alle opere del 2007 cliccando nel mondo dei quadri. Così, i disegni diventano una memoria temporale. Rappresentano una memoria individuale. Così l’autore permette agli estranei uno sguardo voyeuristico in un mondo chiuso ermeticamente.
Il vocabolario figurativo delle forme disegnate da Seelig ci ricorda l’arte degli anni 20 e le tendenze figurative del modernismo del dopoguerra, soprattutto l’Art Brut. Non di rado si risolve nel decorativo. Le forme che Peter Seelig crea e ricrea si manifestano in maniere differenti. Così vengono anche ricostruiti dei disegni con del fil di ferro. Non di rado seguono traduzioni digitali e adattamenti a realizzazioni pittoriche.
Tutto ciò è in relazione con un canone classico letterario, musicale e delle arti figurative, che Seelig ha incorporato come pochi altri, da cui prende l’ispirazione e che commenta in questo modo. Seelig agisce come disegnatore come quando è un fotografo e produce video e suoni. È la disponibilità dei mezzi digitali con il computer e lo smartphone come interfaccia che permette questi processi transmediali che Peter Seelig sfrutta ampliamente.
Dr.Maria Männig

Confesso che, pur seguendo da tempo l’attività del vulcanico Peter Seelig, la cui versatilità creativa è alla base di un cammino tra Vienna, Parigi, Pietrasanta dove ha soggiornato per un paio d’anni nel Novanta e in cui è continuativamente attivo nella stagione estiva dal 2018 non mi è facile delimitarne l’attività in un ambito ristretto. Il suo linguaggio grammaticale si consolida e si rinnova, si essenzializza e si amplia di continuo, mantenendo un’armonia di accenti espressivi che vanno in più direzioni, con dipinti realizzati con le tecniche più varie che portano l’osservatore ad ammirare – ad esempio – un viaggio brulicante di forme/segni/colori che va oltre il tempo e lo spazio oppure, ben lungi dalla semplice descrizione, la concretizzazione delle sue giornate lavorative con più simboli talvolta armoniosamente diversi e costantemente uniti dal filo della sua indubbia personalità.
L’uomo/artista Seelig ci dona così una concatenazione di tocchi d’amore, di dialoghi e incontri con figure decise talvolta tondeggianti e ogni tanto quasi filiformi (ricordo una sua immagine felliniana), spazi verdi e azzurri legati alla Maremma e non solo.
Non mancano, poi, fuochi improvvisi, rettangoli scenografici che ben s’accosterebbero anche alle opere del grande Giacomo Puccini, con un insieme che si svela e rivela con danze segnico/cromatiche di gestualità controllata, piene di accenti filtrati dalla memoria come dalla temporalità attiva d’incontri, di comunicazioni, di letture, di riflessioni.
È un creativo che vive il proprio tempo, con un’arte elaborata dal pensare e di conseguenza dal fare. Un tutto dipinto e disegnato costantemente, cosicché ci si trova di fronte a composizioni vibranti in cui, punto dopo punto, esiste la sicurezza di un figurativo spesso appena accennato, gestualizzato, vera e propria azione/movimento frutto di un’espressione dove – accanto all’analisi di luoghi e azioni e fatti – sosta in più casi la memoria, la nostalgia di un tempo diverso dagli attuali caotici giorni di cui sovente siamo semplici spettatori.
Lodovico Gierut



Web site: www.peterseelig.com


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Outer Space Out Of Time, SCHIUMA VEGETALE, ACRILICO, INCHIOSTRO, VERNICE SU TELA 60x80 cm, 2024
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Messages for Lovers, SCHIUMA VEGETALE, ACRILICO, INCHIOSTRO, VERNICE SU TELA, 40x50 cm, 2024
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Un estate a Pietrasanta, Palazzo Visdomini, olio su tela, 80x100 cm, 2022
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Paesaggio del cuore, acrilico su tela, 80x80 cm, 2023
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Passeggiata Domenicale con Fellini, inchiostro acrilico su tela, 30x40 cm, 2024
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La magia della Maremma, inchiostro acrilico su carta, 30x40 cm, 2024
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In A Blue Mood Beyond The Visible, tecnica mista su tela, grano, 36x48 cm, 2022
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Sogni di notte, aquerello, 24x30 cm, 2023
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Nocturne a l’aube, acquerello, 30x40 cm, 2024
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Installation, 220x280 cm, 2019
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