Enciclopedia d'Arte Italiana
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VACCARI Maria



Nasce nel 1947 a San Pietro in Casale, raccolto centro della pianura bolognese, in cui vive serenamente la sua infanzia, avvolta dalla dolcezza della campagna. È in questo contesto che fin da bambina manifesta il proprio amore per l’arte e su un casereccio album costituito da fogli di carta da macellaio inizia a disegnare soggetti legati agli affetti familiari e agli animali che popolano la fattoria domestica. Un autentico luogo di sfogo della sua inventiva giovanile è proprio la stalla, nella quale dipinge col carbone veri e propri murales sulle pareti e si cimenta a sprigionare la propria creatività realizzando mucche in fil di ferro, intendendo l’arte plastica come un gioco.
A tredici anni si trasferisce in città, a Bologna, e dedica i propri studi ad altri ambiti, alla ricerca di certezze sul proprio futuro lavorativo; tuttavia la sera frequenta dei corsi di figurini di moda, perché affascinata dalla pratica disegnativa e dal mondo dell’abbigliamento. Si sposa giovanissima e nel 1969 si stabilisce a Faenza, pur senza abbandonare il magnetismo che la attrae verso l’arte. Purtroppo rimane vedova ad appena trentasei anni, ciononostante mantiene un atteggiamento positivo nei confronti della vita, attribuendo alla pratica artistica un valore consolatorio in grado di trascendere i drammi dell’esistenza umana. Nel 1986 avviene il trasferimento in Lombardia, a Sesto San Giovanni, città in cui ancora attualmente abita, per assecondare alcune esigenze lavorative, in quanto rappresentante di un’agenzia nel campo dell’abbigliamento.
Una volta abbandonata la carriera lavorativa, nel 1998 inizia a frequentare la Civica Scuola di Arte “Federico Faruffini” di Sesto San Giovanni, in cui ha modo di affinare al meglio il disegno di figura e le tecniche esecutive. Durante questa fase di studio, un pittore che esercita su di lei una profonda influenza e del quale ha avuto modo di riprodurre alcune opere è certamente Cézanne, un interprete in cui convivono sia la dimensione figurativa che quella vena che anticipa l’astrattismo. Proprio questa dicotomia di linguaggi costituisce le espressioni artistiche che Maria predilige: nelle opere figurative cerca di catturare situazioni ed emozioni insolite, con personaggi spesso solitari di estrazione vagamente hopperiana; nelle composizioni astratte l’artista desidera invece trasmettere le sensazioni che fanno vibrare la propria anima, senza limitarsi a una semplice gettata di colori: queste astrazioni risultano sempre assai evocative, alludendo frequentemente a paesaggi naturali.
Pur padroneggiando più tecniche esecutive – dal carboncino ai gessetti, dalle tempere all’acquerello – è sicuramente attraverso l’acrilico che riesce a esaltare il vigore cromatico dei suoi lavori. Maria Vaccari ama anche plasmare con le proprie mani ricorrendo a una gran varietà di materiali di riuso, come il cartone oppure le retine di metallo zincato, sfruttate per realizzare delle vere e proprie sculture di animali, perfezionando quello che era nato come un interesse giovanile; è curiosa l’idea che il materiale che generalmente viene utilizzato per imprigionare gli animali, li renda, invece, leggeri, divertenti, ma anche tecnicamente godibili. L’impegno artistico di Maria è pressoché totale, infatti è attratta anche dalla fotografia, un hobby che spesso pratica per diletto – senza mancare di esporle in alcune mostre – e per dare luce alle proprie idee: attraverso le immagini fotografiche riesce a immaginare i tagli dei dipinti e le sfrutta per cominciare a dipingere. Anche la musica è parte integrante del suo processo creativo artistico, dato che spesso, kandinskyanamente, si lascia trasportare e ispirare dalle melodie sonore, soprattutto quando dipinge in chiave astratta.
A partire dal 2010 la pittrice viene interpellata per disegnare diversi murales in location estremamente varie, come palestre, scuole, locali: il primo viene realizzato – con la collaborazione di Patrizia Messina – sulla parete di un asilo di Sesto San Giovanni, riprendendo la tematica ludica di Mowgli de “Il libro della giungla”; non mancano anche occasioni per dedicarsi a soggetti più impegnati, come accade nel 2022 a Rescaldina presso un ristorante sequestrato alla mafia, al cui interno reinterpreta il “Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo e all’esterno riproduce la celebre fotografia che immortala Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Il periodo della pandemia di COVID-19 è contraddistinto da un isolamento forzato, ma molto creativo, in cui continua a disegnare autonomamente, trovando nell’arte un rifugio ricco di ottimismo e di serenità. Una volta ristabilita la situazione sanitaria internazionale, dal 2021 entra a far parte dell’Associazione Amici dell’Arte di Cologno Monzese e nel 2023 espone presso diverse istituzioni artistiche milanesi di pregio, come la Galleria degli Artisti o l’Ikonika Art Gallery in mostre collettive, esibendo sia i dipinti astratti, che le particolarmente apprezzate “retine”. Sempre dal 2023 aderisce al Lab Four Art Group, grazie alla cui vivacità ha modo di presentare le proprie opere in altre mostre collettive e personali nel Nord di Milano, in particolare tra Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Nova Milanese e Cinisello Balsamo.


QUOTAZIONI *
Quotazioni riferite dall’artista
Dai 300 € ai 1000 €, a seconda delle tecniche e delle dimensioni dell’opera



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LA TEMPESTA PERFETTA, 2022, acrilico su tela 70 x 100 cm
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MI MANCHI..., 2021, acrilico su tela 50 x 60 cm
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OCHETTA, 2023, retina metallica zincata e acrilico 53 x 45 x 21 cm
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SABBIADORO, 2025, acrilico su tela 40 x 60 cm
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