Enciclopedia d'Arte Italiana
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SCHIAVOCAMPO Paolo



Scultore e pittore, riceve i primi significativi stimoli artistici a Roma, dove, dopo il liceo, si iscrive alla facoltà di Architettura. Durante questo periodo romano si avvicina all’astrattismo postcubista di Forma1 e di Fronte Nuovo delle Arti, oltre a interessarsi alle poetiche informali di Afro e Alberto Burri.
A Milano, dove risiede in pianta stabile dal 1948, prosegue gli studi in Architettura e parallelamente si iscrive prima all’Accademia di belle arti di Venezia, dove ha come maestro Bruno Saetti, dal quale assimila la tecnica dell’affresco, poi all’Accademia di Brera, dove segue tra gli altri l’insegnamento di Giacomo Manzù.
Al 1950 risale la partecipazione alla Mostra Nazionale della Giovane Pittura Italiana, tenutasi a Roma, con cui l’artista inaugura la sua carriera puntellata dalla presenza in prestigiose rassegne, nazionali e internazionali. Nel 1953 debutta con una personale al Centro Sociale Urbano "Ludovico il Moro" di Milano, che precede la mostra del 1955 alla Galleria Bergamini, dove espone dipinti dalle forme realiste, che pur rispondendo alle istanze propugnate dai Realisti esistenziali di cui faceva parte anche l’amico Tino Vaglieri, presentano già suggestioni informali ed espressioniste astratte, veicolate allora in Italia dall’opera di Emilio Scanavino.
Nel 1959 stringe un forte sodalizio con il collega e amico Gianni Brusamolino, col quale condividerà per i quattro anni successivi lo studio di via Borromei, e con Carlo Nangeroni, il quale andrà a formare con i primi lo storico terzetto unito ancora oggi da un reciproco e generoso scambio artistico. È questo il periodo in cui giunge a maturazione il lungo apprendistato iniziato nel 1948 e sfociato in una profonda revisione critica che, una volta sfrondate ideologie e riferimenti a ricerche espressive consolidate, si svincola dalla realtà visiva quale origine della creazione artistica e approda alla scoperta “nell’io profondo della vitalità primordiale necessaria per comunicare”. Giunto a tale consapevolezza espressiva, nel 1963 prende quindi studio con Nanni Valentini e Pino Spagnulo. Nel 1964 si reca infine a New York, dove con l’amico Salvatore Scarpitta lavora sulle carrozzerie di auto da corsa: esperienza questa che lo conduce a conoscere a fondo il fenomeno aerodinamico e gli permette di introdurlo da elemento plastico nel linguaggio della scultura. In questo periodo conosce anche l’ambiente avanguardistico della città e sarà la mostra dei collages del 1965 alla galleria Il Naviglio a tracciarne gli esiti formali.
Da questo momento in avanti la riflessione sulle problematiche connesse al linguaggio plastico diventa il baricentro della sua ricerca espressiva.
Negli anni Ottanta giunge così a fondare la Scuola di Scultura a Serre di Rapolano, in provincia di Siena, quale moderno modello di Bottega, orientandone la ricerca artistica verso l’esplorazione della spazialità plastica: nei disegni a tempera e nei lavori di fine decennio basati sull’impiego di materiali di scarto della scultura come polveri, poliuretano, carta, solventi ecc... si ritrova tutto il precipitato di questa nuova fase.
Nel 1987 conosce Antonio Presti, importante rappresentante del mecenatismo siciliano, e inizia ora un sodalizio che lo condurrà a eseguire opere monumentali che, inserite nel contesto della Fiumara d’arte, costituiscono il manifesto di una lunga riflessione sul dialogo che l’opera d’arte istituisce con l’ambiente naturale.
Negli anni Novanta è attivo in Germania, dove nel 1992 ottiene l’incarico per la progettazione della Kunstzone del Parco di Hattingen, inaugurato quattro anni dopo. Il progetto scultoreo riceve da subito ampio consenso e, nel marzo 1993, il riconoscimento istituzionale da parte del presidente Johannes Rau presso il Ministerium für Angelenheiten di Bonn. Anche in Italia l’attenzione per la ricerca plastica di Schiavocampo lo porta, nel 1999, a vincere il concorso per la realizzazione di una grande fontana pubblica a Sesto San Giovanni.
Nel 2000 inaugura una nuova poetica, gli Arazzi, stabilendo un dialogo tra la precedente ricerca informale e una nuova prospettiva compositiva. Riprende inoltre la serie dei Cementi, valorizzandone le componenti espressive e sviluppandone la declinazione narrativa, che trova forma compiuta negli ultimi cicli progettuali, esposti nel 2015 presso la galleria Heart di Vimercate, collegata col Museo Must.
Questi due momenti poetici, Cementi e Arazzi, hanno raccolto in particolare l’attenzione critica del Centro Studi Milano ‘900, che, col progetto curatoriale “La stanza dell’arte”, ne ha illuminato i nuovi elementi espressivi, offrendo una selezione rappresentativa del percorso definito dalle opere più recenti. Progetto curatoriale che si è concluso con la grande mostra personale “Paolo Schiavocampo tra energia e Materia (2010 – 2016)” dedicata all’artista presso il Palazzo Ducale di Massa nel 2016.
Le sue opere sono conservate presso numerose istituzioni culturali tra cui: il Museo del Castello, Pavia; il Museo Pinacoteca di Macerata; il Museo F. De Bellis, California State University di Los Angeles; il Museo di Gibellina; il Museo di Bochum. Alcuni suoi lavori sono confluiti nella Raccolta Feierabend presso il Museo Mart di Rovereto (Trento).
Numerosi sono gli interventi monumentali realizzati su committenza pubblica presenti in tutto il mondo. Tra questi si ricordano quelli per le piazze di Rapolano e di Gibellina, la Scultura ambientale per la Fiumara di Antonio Presti a S. Stefano di Camastra del 1988, la grande Fontana a Vada (Livorno) del 1990 e l’opera emblema della Fondazione Floriani del 1993.

Contatti
Centro Studi Milano ‘900
Via Antonio Fortunato Stella 5/15, 20125 Milano
info@milano900.it


QUOTAZIONI *
Quotazioni riferite da:
Centro Studi Milano ‘900
€ 5.000 - 30.000



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Triplo strappo, 1968
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Uomo di Aran, 1973, poliestere bianco e ferro, cm 300 x 350
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Incastro, 1977, marmo di carrara, cm 40 x 40 x 73
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opera monumentale
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Una curva alle spalle del tempo, 1987, cemento coperto di ferro, h 750 cm x l 830 x largh 650 cm
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Torre Parco Huttingen - torre d`ingresso, 1995-96, cemento verniciato, h cm 1000
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Arazzo 12, tecnica mista su carta incollata su tela, 2014 cm 150x150
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